L’autostima rappresenta il valore che diamo a noi stessi e le qualità che pensiamo di possedere.
Spesso molti disagi psicologici nascono da una autostima insufficiente,che si ripercuote nelle scelte di vita del soggetto in modo negativo creando un meccanismo a catena attraverso cui la persona si auto conferma di non valere abbastanza.
Quali sono i livelli di autostima?
Possiamo distinguere 4 livelli di autostima:
Livello 1 – autostima nulla: la persona si percepisce soltanto in base ai propri difetti e fallimenti.
Livello 2 – autostima bassa: la persona non crede molto nelle proprie risorse e tende a focalizzare soprattutto i suoi limiti. A volte, per compensare le proprie insicurezze tende a manifestare un atteggiamento deciso e autoritario che può venir scambiato per un’autostima ottima, ma in realtà nasce da profonde insicurezze.
Livello 3 – autostima media: la persona conosce i propri limiti e le proprie risorse, ma non sempre crede abbastanza nelle proprie capacità, a volte ha bisogno di essere incoraggiata o sostenuta.
Livello 4 – autostima ottima: il soggetto conosce i propri limiti e le proprie risorse e sa come superare i primi e utilizzare le seconde. Accetta le difficoltà come ostacoli da affrontare da solo o con l’aiuto di qualcuno se necessita, consapevole che non tutto si può risolvere da soli e che la vera forza non è nel non chiedere mai ma nel sapere chiedere il giusto aiuto.
Come fare per migliorare la propria autostima?
I percorsi di miglioramento di autostima si fondano su 5 punti fondamentali:
1° analizzare le proprie risorse, spesso vengono sottovalutate o non prese in considerazione; in realtà, ognuno di noi ha delle risorse perciò è importante individuarle e portarle all’attenzione del soggetto.
2° valutare oggettivamente i propri limiti, le persone con bassa o nulla autostima guardano ai propri limiti con una lente di ingrandimento, rendendoli così predominanti e difficili da superare. Riuscire a definire in modo reale i nostri limiti ci aiuta ad evitare di ingigantirli e renderli predominanti.
3° imparare a volersi più bene e a darsi il giusto valore, quando l’autostima è insufficiente, la persona tende a svalutarsi, a pensare più agli altri che a se stessa, a credere di non valere abbastanza. Iniziare a darsi il giusto valore e a pensare a se stessi non è egocentrismo o egoismo ma un atteggiamento sano e maturo. E’ basilare perciò, focalizzare le proprie necessità come prioritarie, importanti, invece di mettere i desideri altrui al primo posto.
4° accettare i propri difetti come lati normali del carattere che possono essere smussati o meno, ma che comunque non ci classificano negativamente come persona. Può succedere che tendiamo a vederci soprattutto in base ai nostri difetti percependoli come fondamenta della nostra personalità ed estremamente negativi. In realtà, non esistono persone esenti da difetti, inoltre, il difetto è nell’occhio di chi lo percepisce e lo vive come tale.
5° riconoscere i propri atteggiamenti disfunzionali per renderli funzionali, spesso gli atteggiamenti disfunzionali nascono da un dialogo interiore ricco di emozioni negative che ci portano ad auto-boicottarci, a non essere propositivi, a non credere in noi stessi. Comprendere quali sono questi atteggiamenti è il primo passo per evirare di perpetuarli e per reagire in modo diverso.
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