
La vita è intrisa di molteplici avvenimenti, in molti casi sono piacevoli, come innamorarsi, instaurare una bella amicizia, fare un lavoro che piace, saper apprezzare un bel tramonto o uno splendido paesaggio, divertirsi nel fare una piacevole vacanza, ma, che lo vogliamo o no, non tutti gli avvenimenti sono così piacevoli, anzi, in alcuni casi sono difficili da affrontare e ci provocano molta sofferenza fisica e/o psicologica.
Anche se sembra assurdo, in realtà sono questi avvenimenti che ci fanno crescere, che ci arricchiscono, che ci fanno comprendere i reali valori della vita, ma quando ci siamo dentro è davvero difficile pensarla così, semmai è una conquista che ci sarà utile fare più avanti o dopo averli vissuti.
Quando parlo di solitudine nella sofferenza parlo di quegli avvenimenti che ci provocano molto dolore psicologico e, in alcuni casi, ci mettono alla dura prova anche fisicamente, e che, proprio perché tali, non possiamo condividerli con gli altri, perché gli altri non li stanno vivendo in prima persona oppure se li vivono lo fanno in modo diverso da noi, con un diverso coinvolgimento.
La solitudine nella malattia
Un esempio è essere affetti da una grave malattia, tante persone possono starci vicino, ma nessuno può sapere che cosa realmente stiamo provando. Nel nostro sentire, nel nostro vivere le cure e i sintomi, ci sentiamo soli.
In alcuni casi ci è utile confrontarci con altre persone ammalate o che lo sono state, perché ci fanno sentire meno soli e ci possono comprendere in modo più pieno. Ma non sempre è facile trovare una persona che ha la tua stessa malattia, con le stesse implicazioni fisiche e psicologiche.
Per esempio, il cancro non è mai lo stesso cancro, c’è chi lo ha avuto più aggressivo, chi lo avuto in un altro organo, chi ha avuto una recidiva e chi no. Così come la chemioterapia non è la stessa per tutti come non lo sono i sintomi che una persona può provare o il modo di affrontare la patologia, di viverla psicologicamente.
Anche fare la dialisi non è per tutti così uguale, anche se è un tipo di trattamento comunque molto comune, e così via per altre patologie.
La solitudine nel lutto
Nell’esperienza del lutto, della perdita di una persona cara, possiamo sentirci soli, perché magari chi ci sta vicino non aveva la stessa implicazione affettiva con la persona scomparsa o lo stesso tipo di relazione. Così, una volta che si ritorna nella quotidianità ecco che si sente la mancanza di quella persona, di quei sorrisi, di quelle parole, di quel suo modo di essere e si avverte in modo predominante la presenza di una assenza.
Ma il lutto non avviene solo se la persona cara è deceduta, possiamo provarlo anche per una relazione sentimentale finita, anche se a voler terminare il rapporto siamo stati noi. Tutto dipende da ciò che ora proviamo, dai motivi per cui la relazione è terminata e quali sono le conseguenze che ci ha lasciato.
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Dr.ssa Laura Pedrinelli Carrara
Psicologa Psicoterapeuta Ipnotista Ericksoniana
Studio di Psicologia
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