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Sentirsi diversi (con audio dell’articolo)

Sentirsi diversi (con audio dell'articolo)

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Che cosa significa sentirsi diversi?

Sentirsi diversi significa pensare che qualcosa in noi non è conforme alle aspettative degli altri, non va bene o non è compreso.

Quando ci sentiamo diversi?

Ci sentiamo diversi ogni qual volta qualcuno ci fa notare, direttamente o indirettamente, che qualcosa in noi non va.

Ci sentiamo diversi, anche quando siamo noi i primi a pensare che non andiamo bene perché determinate circostanze di vita ci hanno portato a credere meno in noi stessi o a riscontrare diversità rispetto a quello che per noi, o per determinate persone, è il giusto modo di essere o di comportarsi.


Ci sentiamo diversi anche quando ci sentiamo incompresi


Come si comportano le persone che ci fanno sentire diversi?

Ci sono tanti modi per far sentire una persona a disagio con gli altri e con se stessa.

Generalmente, si tratta di comportamenti di disprezzo, indifferenza o sminuenti e possono essere diretti o indiretti.

I comportamenti diretti

I comportamenti diretti sono rappresentati da tutti quegli atteggiamenti, azioni e parole espressi in modo manifesto alla persona che si vuole, più o meno consapevolmente,  colpire.

Alcuni esempi di comportamenti diretti sono:

  • Criticare, anche in modo ironico, alcuni aspetti caratteriali o fisici o estetici (es. abbigliamento) della persona, per esempio: evidenziare i difetti, o comunque quelli ritenuti tali dal soggetto che agisce il comportamento negativo.
  • Sottolineare, anche in modo ironico, una disabilità della persona che è presente realmente.
  • Sottolineare alcune difficoltà della persona come conseguenza di una personalità completamente sbagliata o comunque non di valore.
  • Aggravare un lato della personalità facendolo diventare un “disturbo” o comunque un lato non sano del soggetto. Per esempio, dire ad una persona introversa che è asociale o che non è capace di parlare.
  • Fare paragoni, verbalizzare continui confronti con altre persone o una in particolare che è vista come quella altamente di valore o funzionale al contrario del soggetto preso di mira.
  • Atteggiamento di superiorità con modalità di indifferenza verso il soggetto.

 

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I comportamenti indiretti

I comportamenti indiretti riguardano tutti quegli atteggiamenti, azioni e parole che non vengono manifestati direttamente al soggetto o comunque non in modo esplicito, ma che arrivano alla persona come atti sminuenti, come dimostrazioni che non ha valore.

I comportamenti indiretti spesso sono intenzionali, altre volte invece sono soltanto interpretazioni negative di chi li riceve e trova in certe mancanze o caratterialità differenti dell’altro la conferma delle proprie insicurezze. Alcuni di questi comportamenti sono:

  • Elogiare una persona perché sa fare quella cosa molto bene o perché è vestita bene o per qualsiasi altro motivo e non dire nulla al soggetto che si vuole colpire. Questo tipo di comportamento è tanto lesivo quanto verrà più volte reiterato nel tempo.
  • Non chiamare, non cercare mai quella persona, mentre al contrario, si cercano e si chiamano altre persone dello stesso gruppo di amici o colleghi.
  • Evitare di uscire con quella data persona se non ci sono anche altri soggetti, come se altrimenti non ci si divertisse.
  • Evitare di chiedere informazioni personali o evitare di fargli verbalizzare aspetti propri positivi, per mancanza di attenzione verso quella persona e di desiderio di conoscerla meglio.
  • Non ascoltare quello che l’altro dice o farlo per poco tempo e poi cambiare discorso.

Quando a farci sentire diversi siamo noi stessi?

Esistono situazioni, invece, in cui le persone che abbiamo intorno non hanno nessun interesse a colpirci in alcun modo. Può succedere, al contrario, che siamo noi, a causa di una bassa autostima o di problemi esistenziali, che leggiamo i comportamenti altrui in modo negativo verso di noi.

In questi casi, qualsiasi comportamento, atteggiamento, dialogo che ascoltiamo può confermarci che non siamo ben accolti dagli altri, che siamo diversi da loro e che quindi nessuno può comprenderci davvero.

Succede così, che quell’amico che ci rimanda continuamente l’appuntamento diviene qualcuno che non ci vuole più vedere, che è invidioso di noi o, all’opposto, non siamo più abbastanza importanti per lui. Non sondiamo neanche se è vero che i suoi impegni sono aumentati e diventati incompatibili con i nostri orari, la nostra impressione diventa una certezza.

Che cosa ci può far sentire diversi?

  • Il passaggio da una fase all’altra di vita

Ogni persona attraversa diverse fasi nella vita e diversi momenti all’interno di ogni fase. I classici stadi di crescita (infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulta, età anziana)  comportano ogni volta una specifica crisi che ci fa mettere in discussione o ci sviluppa un certo disagio, ma che il superarla ci fa conquistare un’ importante crescita personale e un affrontare la fase successiva in modo più maturo.

Quando invece, per motivi diversi, non riusciamo a superare la crisi che ci è data all’interno di quella specifica fase di vita per poter passare a quella successiva, ecco che possono svilupparsi problematiche di tipo psicologico che influenzano il nostro umore e la percezione che abbiamo di noi e degli altri.

  • Una bassa autostima

Quando il valore che diamo a noi stessi non è equilibrato, quando pensiamo di non valere abbastanza,  è possibile che iniziamo a sentirci diversi dagli altri. I nostri comportamenti, ciò che facciamo e diciamo, vengono analizzati da noi stessi in modo altamente critico. A questo punto, il confronto con i nostri interlocutori diventa impossibile, perciò iniziamo a sentirci meno intelligenti,  meno capaci, meno interessanti e quindi sempre più diversi da loro.

  • Un momento di vita difficile

Può succedere, che in certi momenti di vita, siamo più fragili e crediamo meno in noi stessi. Determinati accadimenti come la perdita del lavoro, di un amore, di una persona cara o altro, possono renderci più insicuri e meno obiettivi. Ciò ci fa isolare dagli altri perché ci si sente diversi, meno fortunati, meno definiti, meno attivi, ma soprattutto non compresi.

  • La presenza di una malattia importante

Dover convivere con una malattia può comportarci una forte alterazione dei ritmi di vita e dello stato di salute a causa dei sintomi della malattia e dei farmaci. Non sempre le persone comprendono la difficoltà nel convivere con certi sintomi e con una realtà di vita completamente cambiata rispetto alle normali aspettative e progettualità.

I famigliari della persona ammalata, in molti casi, tendono a vivere il bisogno di sfogo del proprio caro come una lamentela che va trattata con poca tolleranza o redarguita per evitare che la persona si deprima maggiormente. In realtà, la reazione dovrebbe essere molto più empatica e contenitiva, ma spesso è difficile per il famigliare supportare psicologicamente un congiunto ammalato perché il sentire la sua sofferenza comporta un grande dolore. In questi casi, uno psicologo potrebbe aiutare notevolmente a comprendere come poter meglio confrontarsi con la situazione.

La persona che sta vivendo un percorso di cura può sentirsi diversa rispetto a chi mantiene la propria quotidianità e progettualità e soprattutto la propria salute intatta.

  • La presenza di una invalidità

Una persona che abbia un problema fisico o mentale può essere disprezzata  (e speriamo che ciò avvenga sempre meno) oppure può essere che essa stessa si senta non compresa e quindi diversa. Le stesse barriere architettoniche, quando presenti,  sono messaggi che esprimono come la quotidianità sia stata pensata e costruita soltanto per soggetti normodotati.

  • La differenza: di credo religioso, di etnia, di identità di genere, di ruolo lavorativo o famigliare, ecc.

Ogni situazione, ogni aspetto della persona che rappresenti una determinata condizione può divenire un fattore caratterizzante  che crea una differenza rispetto altri soggetti.

Credere in una religione rispetto ad un’altra, fare il dipendente privato rispetto a quello statale, non avere figli rispetto a chi ce li ha, abitare in un determinato territorio rispetto ad un altro, qualsiasi cosa ci caratterizzi può essere quella che ci diversifica in modo negativo o positivo agli occhi dell’altro.


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Che cosa fare quando ci si sente diversi?

  1. Per prima cosa cercare di osservarsi in modo obiettivo e chiedersi se davvero siamo gli unici con quella specifica difficoltà o particolarità o situazione.
  2. Se ci siamo risposti di no, allora sappiamo che ci sono altre persone uguali a noi, perciò non siamo poi così diversi.
  3. Se ci siamo risposti di si, allora dobbiamo anche capire che molte delle persone che hanno ottenuto grandi traguardi scientifici o hanno creato opere artistiche immense avrebbero potuto sentirsi “diversi”, vediamone alcuni:
  • Stephen Hawking è stato un grandissimo scienziato con atrofia muscolare progressiva
  • Abramo Lincoln è stato il 16° presidente degli Stati Uniti d’America nonostante le sue ansie, gli sbalzi di umore, il suo preferire essere solitario.
  • Alessandro Manzoni era balbuziente.

4. Proviamo a pensare che essere diversi può non cambiare nulla, perché in effetti siamo così tanti a questo mondo che è impossibile esserlo davvero, ma sentirsi diversi può cambiare molto. Fino a quando ci sentiremo diversi, e ciò ci influenzerà negativamente, non arriveremo mai a stare bene con noi stessi e con gli altri. Iniziare a prendere in mano la propria vita, magari con l’aiuto di chi ci sta vicino o di uno psicologo, se occorre, allora può diventare produttivo per ridonarci la serenità.

5.Iniziamo a chiamare qualche amico o cominciamo a fare qualcosa di diverso e cioè qualcosa di positivo e produttivo!!!

6. Se invece viviamo una situazione in cui siamo presi di mira da una o più persone, allora evitiamo di isolarci ma cerchiamo un aiuto nelle persone che ci stanno vicino. Purtroppo esistono diversi tipi di situazioni in cui qualcuno può denigrarci: il collega invidioso al lavoro, il partner che ci svaluta continuamente per colmare le proprie insicurezze, il genitore che ci giudica ogni volta che non rispondiamo alle sue aspettative, il compagno di scuola che sfoga il proprio disagio insultandoci, il conoscente che ci crea un deserto intorno, parlando male di noi. Per fortuna non tutte le persone sono così e sicuramente, intorno a te, avrai anche persone che ti amano e che sono sincere.

Se sei preso o presa di mira da qualcuno, parlane con una persona fidata, non isolarti. Nei casi più sofferti, chiedi aiuto, parlane con uno psicologo che potrà auitarti a comprendere meglio come affrontare la situazione.

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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it

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