
Nei mesi del lockdown, il periodo in cui a causa del Covid19 c’è stato il divieto di uscire di casa se non per motivi di lavoro, di salute o di acquisto di beni di prima necessità, a livello psicologico si sono riscontrate diverse reazioni a volte totalmente opposte. Per esempio, per alcuni rimanere chiusi in casa è stato deleterio, ha prodotto maggior nervosismo o umore depresso, per altri invece è stato piacevole, si sono sentiti protetti e a proprio agio.
In psicologia la parola lutto ha un significato di mancanza più generico, perciò il lutto è rappresentato dalle emozioni negative provate non soltanto perché un congiunto ha terminato i suoi giorni, ma anche quando si è perso il lavoro, è terminata una storia sentimentale o amicale, per esempio.
In questo articolo parlerò essenzialmente di lutto come perdita di una persona cara in una specifica situazione.
Il lutto Covid è, però, soltanto un esempio di lutto bloccato; ogni volta che muore qualcuno a cui siamo particolarmente legati, e non siamo presenti in alcun modo o in nessun momento, è possibile che quell’elaborazione del lutto si blocchi.
Ogni lutto può produrre emozioni intense, a volte devastanti, che ogni individuo gestisce e prova in base al proprio profilo caratteriale e al tipo di legame con la persona scomparsa. Per questo motivo, ci sono persone che vivono appieno il lutto, con tutto il dolore, l’impotenza, l’angoscia e lo stato depressivo che comporta, mentre altre, all’opposto, evitano di entrare in quelle emozioni costruendosi una corazza interna.
Ovviamente, ho esplicitato soltanto due modalità estreme, ognuno di noi ha il proprio modo di affrontare la perdita di una persona cara in base al momento di vita, alla personalità, al rapporto che c’era con chi ci ha lasciato e ad altri fattori ancora.
Che cosa è il lutto Covid?
Per lutto Covid intendo le emozioni che prova una persona a causa della scomparsa di un proprio caro avvenuta durante il periodo del virus, sia all’interno del lockdown che nei periodi antecedenti o successivi. Ciò che identifica il lutto come un lutto Covid è l’impossibilità dei famigliari di poter assistere la persona malata in ospedale o comunque di poterle stare vicino.
Quali sono le peculiarità del lutto Covid?
Perché si parli di lutto Covid devono essere presenti almeno alcuni di questi aspetti:
- Il famigliare, o altra persona legata affettivamente al soggetto, non è potuta star vicino fisicamente al proprio caro.
- Il famigliare, o altra persona legata affettivamente al soggetto, ha visto entrare il proprio caro in ospedale, o altra struttura, ma poi non ha più avuto altri contatti diretti con lui e “non lo ha visto più uscire”.
- È stato possibile l’utilizzo di comunicazioni a distanza, come chat o video chiamate, ma non la presenza fisica diretta.
- Il famigliare, o altra persona legata affettivamente al soggetto, può aver visto inizialmente il proprio caro star bene e sapere successivamente che è deceduto.
- Non poter accompagnare il proprio caro nel suo ultimo viaggio, non poter svolgere il funerale.
- Svolgere il funerale ma con poche persone, quindi in assenza del conforto di chi lo conosceva.
- Vivere nel dubbio e/o nei sensi di colpa perché:
- Si presume di aver fatto scelte sbagliate: di averlo inserito in una struttura assistenziale male organizzata per il Covid, di aver scelto di spostarlo troppo tardi o di non spostarlo altrove, di non aver fatto abbastanza, ecc.
- Si rivaluta l’operato degli operatori che si sono presi cura del proprio caro mentre era ricoverato pensando, per esempio: che siano stati negligenti, che non gli abbiano dato quel conforto che soltanto un famigliare, o una persona legata affettivamente, può dare.
- Si ripensa al vissuto emotivo del proprio caro: che si sia sentito solo, che abbia sofferto fisicamente e/o psicologicamente, che si sia sentito abbandonato o altro ancora.
I risvolti psicologici del lutto Covid: il lutto bloccato
Determinati comportamenti e rituali sono fondamentali per elaborare la perdita del proprio caro. L’elaborazione del lutto è composta quindi sia dal fatto di aver visto la persona amata nei suoi ultimi giorni di vita, cosa che però non sempre è possibile (pensiamo agli individui che perdono la vita negli incidenti), sia dal fatto di poter essere presenti nella camera mortuaria e/o di partecipare al suo funerale.
Ognuno di questi comportamenti è importante per iniziare il percorso di elaborazione del lutto, per cominciare a fare i conti a livello emotivo con il fatto che qualcuno che amiamo non c’è più e non potremo più rivederlo.
Nel lutto Covid tutte queste cose sono venute a mancare oppure, come il funerale, sono state limitate. Vedere la persona a cui si vuole bene che entra in un ospedale e salutarla per poi non vederla più uscire in vita, o non vederla affatto, significa togliere un pezzo importante al percorso di accettazione di quella tragica perdita.
I protocolli Covid hanno giustamente limitato gli accessi nelle strutture di cura e assistenza soltanto ai ricoverati o a chi necessitava di aiuto, questo ha escluso l’apporto dei congiunti che quindi hanno vissuto esternamente la situazione.
Per questi motivi, i risvolti psicologici del lutto Covid concernono diversi stati emotivi e psicosociali fra cui:
- Umore depresso con facilità al pianto che perdura nel tempo.
- Disagio nelle situazioni sociali tanto da portare spesso all’evitamento degli altri, anche di persone care.
- Ruminazioni mentali su quanto accaduto con sensi di colpa, rabbia, impotenza e dolore fra le emozioni maggiormente provate.
- Commutazione spontanea delle emozioni negative in sentimenti. Ciò significa che la persona non prova momenti di dolore, ma vive nel dolore; il dolore, la rabbia, la tristezza vengono provate continuamente o, comunque, in maniera preponderante.
- Focalizzazione del pensiero a quanto accaduto raggruppando però tutti i ricordi in modo a volte confuso o comunque non totalmente obiettivo. Generalmente, si ricordano soprattutto le situazioni negative sottostimando o dimenticando quelle positive, in questo modo, prevale la sensazione devastante. Per esempio, se il proprio caro è stato due settimane ricoverato, anche se ha vissuto alcuni giorni sereni, nel ricordo postumo i quindici giorni del congiunto saranno stati totalmente, o quasi, vissuti drammaticamente.
- Immagini mentali spontanee del proprio congiunto e dei momenti in cui si stava con lui, momenti collegati in modo preponderante alla malattia o agli ultimi istanti che lo si è visto prima di venir separati.
Differenza fra lutto bloccato, lutto negato e lutto congelato
Nel lutto congelato, la persona ha vissuto in un modo o nell’altro le circostanze che hanno portato al fine vita del congiunto, quindi il processo di elaborazione del lutto si è potuto attivare ma spontaneamente è stato fermato. Per esempio, a causa del Covid19 o con il Covid19 sono decedute persone anche in casa, ma in quella circostanza, anche se con risvolti psicologici sempre molto forti, il lutto difficilmente è stato bloccato se si è vissuta la situazione.
Quando un soggetto congela un lutto se ne distacca emotivamente per evitare di viverne tutte le emozioni che sarebbero per lui devastanti. In pratica, la perdita del proprio caro è stata vissuta, in un modo o nell’altro, ma al momento il soggetto non ha le risorse psicologiche per affrontarlo, potrà averle successivamente e quindi fare i conti con quella tragica mancanza più in là nel tempo oppure farlo rimanere congelato per anni.
Un’altra reazione emotiva riguarda invece il negare un lutto, in questo caso la persona si comporta come se non ci fosse stato, evita di parlarne, di viverlo emotivamente, di confrontarsi con quanto accaduto per non fare i conti con la mancanza di quella persona. È possibile che parli del caro defunto al presente per diverso tempo, proprio come se fosse ancora in vita, e che si comporta come se non fosse accaduto nulla frequentando luoghi e feste in un’apparente serenità. Come per le altre reazioni al lutto, anche la negazione può durare pochi giorni o permanere per molto più tempo.
Nel lutto bloccato, invece, il famigliare o comunque la persona affettivamente legata al caro scomparso, non ha vissuto l’iter che porta ad accettare la separazione dal congiunto, non ha vissuto la sua malattia nei momenti terminali, spesso non ha visto neanche il congiunto privo di vita.
In questa circostanza è difficile avviare un processo di elaborazione del lutto che sia efficace e non si fermi alla rabbia o alla negazione.
Come elaborare il lutto Covid?
Per poter aiutare la persona a elaborare il lutto in modo funzionale mi avvalgo di strumenti diversi che vanno dalle tecniche di verbalizzazione all’utilizzo del disegno, dalle visualizzazioni alla ipnosi naturale (o ipnosi ericksoniana) seguendo le necessità individuali della persona.
Di base, è fondamentale aiutare il soggetto a:
- Esprimere in modo mirato e supportato le proprie emozioni: aiutare la persona a esternare le angosce, le paure, i sensi di colpa, la rabbia, l’impotenza, il dolore e le altre emozioni forti e devastanti invece di trattenerle oppure di verbalizzarle nel modo sbagliato. A volte, le persone rafforzano certi vissuti invece che lenirli; senza rendersene conto, rivivono determinati momenti o emozioni continuamente o comunque spesso. Elaborare un lutto non significa parlarne per rivivere quei vissuti, ma significa esprimere i propri vissuti per trovare un contenimento, un supporto, una chiave di lettura più costruttiva e per attivare quelle risorse molto importanti per il benessere della persona.
- Comprendere in modo oggettivo ciò che veramente è successo. Spesso, gli individui tendono a racchiudere i ricordi tutti insieme, basandosi sullo stato emotivo preponderante che è quello di dolore e di rabbia. Analizzare alcune situazioni aiuta la persona a rivedere in modo più equilibrato le dinamiche situazionali avvenute.
- Ricostruire i pezzi che mancano. È essenziale aiutare la persona a recuperare quelle tessere del puzzle che mancano, quei giorni di vita del proprio caro a cui non si è assistito fisicamente. Questo è un passaggio molto importante per la persona perché l’aiuta a ricostruire una parte della vita con il congiunto che manca e che è alla base del lutto bloccato. Nell’esperienza che sto avendo con i lutti Covid noto quanto sia importante ricreare l’esperienza mancante, seguendo i ritmi e l’indole della persona e nel pieno rispetto. Ricostruire non significa inventare, ma dare al soggetto la possibilità di riprendersi quel tassello mancante che è alla base del suo blocco.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it