
Il giudice interno è rappresentato dalle frasi mentali che ci diciamo ogni giorno per criticare negativamente i nostri pensieri e comportamenti o quelli degli altri.
I pensieri critici distruttivi del giudice interno
Sono pensieri che si manifestano come una “vocina” interiore e che contengono:
- Doverizzazioni “dovevo fare diversamente” “devo essere brava” non dovevo essere così lenta”
- Autoaccuse “sbaglio sempre” “non sono capace” “sono una stupida”
- Auto sminuimento “sono brutta” sono troppo grassa/ troppo magra” “sono sola” “nessuno mi vuole”
- Confronto negativo “gli altri sono meglio di me” “gli altri sono più simpatici”
- Sentirsi giudicati negativamente “gli altri pensano male di me” “gli altri mi giudicano” “gli altri mi osservano”
Questo tipo di pensieri posso riservarli solo a me stesso/a oppure posso focalizzarli anche, soprattutto o soltanto verso chi mi sta vicino che sia un incontro occasionale, come in treno, o che sia un famigliare o amico.
Di fatto, non tutti valutano i propri comportamenti, ci sono persone che non si auto-osservano e se c’è un problema è dovuto all’altro di cui invece analizzano ogni parola, ogni mossa.
Perché sviluppiamo il giudice interno?
Ci possono essere motivi diversi, alcuni dei quali possono presentarsi simultaneamente, vediamo quelli più diffusi:
- La persona ha ricevuto un’educazione basata sulla critica e il confronto negativo <L’altro è migliore>, <Non fai abbastanza>, <Non sei capace>, <Potresti fare meglio>.
- La persona ha avuto dei genitori iperprotettivi che l’hanno spesso vicariata per aiutarla, per evitarle errori e frustrazioni. Il non sperimentarsi abbastanza nelle situazioni di vita ha fatto sviluppare nel figlio importanti insicurezze e l’idea che gli altri siano più capaci. Inoltre, il soggetto non si sente abbastanza abile ed evita di mettersi alla prova per paura di sbagliare e di confermarsi un inetto. Quando si attiva, vive ogni errore come un fallimento personale.
- La persona ha vissuto per anni con una o più individui che l’hanno spesso sminuita, inibita, tanto da farle abbassare l’autostima arrivando a percepirsi non adeguata nelle situazioni in generale o in alcune specifiche.
Che danni produce il giudice interno?
Giudicarci in modo così severo, col tempo, produce nell’individuo un distacco dal giudizio obiettivo.
La critica diventa una realtà oggettiva anche se non lo è.
La persona viene influenzata dai suoi pensieri credendoci ciecamente e subendone i risvolti emotivi e comportamentali.
Se, per esempio, sto male con me stessa perché non ho un partner e sono convinta che gli altri mi osservino e mi giudichino, quando mi troverò a dover passare a piedi per una via di passeggio, mi sentirò fortemente a disagio credendo di essere osservata e giudicata dai passanti perché sono sola. In realtà, gli altri sono tante persone diverse e fra queste ci sarà chi mi nota con piacere, chi neanche mi vede, chi è indifferente e così via. Il problema è che io proietto negli altri le mie insicurezze, le mie paure, in questo modo è il giudizio che ho su di me che temo negli altri.
Tutto dipende da quanto queste mie insicurezze e la tendenza al giudizio sia presente e influenzante il quotidiano.
- Nei casi più leggeri, può cambiare il mio umore o la decisione di indossare un vestito rispetto ad un altro.
- Nei casi più rilevanti può influenzare le scelte della mia vita e le mie interazioni sociali.
- A livelli elevati, può divenire la base di idee paranoiche o ossessive associandosi a disagi psicologici importanti.
Come posso combattere il giudice interno?
Nelle forme poco vincolanti per la persona, che quindi non le influenzano in modo importante il benessere emotivo e i comportamenti, comprendere la dinamica disfunzionale e le insicurezze sottostati può aiutare il soggetto a reagire.
Ci sono in commercio anche tanti libri di self help e corsi di crescita personale.
Quando il giudice interno diventa un vero e proprio disagio poiché influenza le scelte di vita, per esempio il soggetto evita le situazioni dove sono presenti persone che non conosce perché si sente osservato e giudicato oppure si limita nel parlare agli altri per paura di sbagliare, e soprattutto quando il giudice interno diventa un pensiero preponderante, è consigliata una consulenza da uno psicoterapeuta.
Il lavoro psicoterapeutico aiuterà la persona a riconoscere le proprie risorse, migliorare l’autostima, diminuire le insicurezze e avere uno sguardo più obiettivo su se stesso e sugli altri.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it