
Per trattare un tema così importante prenderò alcuni spunti dal film “Stanno tutti bene”, nella versione di K. Jones.
Il film racconta la storia di Frank, un uomo rimasto vedovo che compie un viaggio itinerante per riappropriarsi degli affetti famigliari. Viaggio che lo porterà a rivalutare il proprio modo di percepire e di comunicare con i figli e le aspettative maturate su di loro, fino a ritrovare una nuova serenità ed una famiglia maggiormente unita e felice
La mediazione materna e i risvolti sulla comunicazione
Il protagonista dopo alcuni mesi dalla morte della moglie decide di andare a trovare i suoi figli, nonostante abitino in città diverse e il suo stato di salute non sia ottimale.
Come succede in molte famiglie, il raporto fra padri e figli spesso è mediato dalla madre. Questo comportamento di mediazione materna può risultare utile in alcune situazioni, ma purtroppo col tempo rende più difficile la comunicazione diretta fino a farla diventare impossibile.
Molti figli non parlano con il padre da tempo perché sono abituati ad avere la madre che si occupa di fargli arrivare nel modo migliore quel messaggio.
La mediazione materna sulla comunicazione con il padre, o con gli altri fratelli, può produrre:
- Distacco fra figlio/fratello/sorella e padre perché non si è più abituati a interagire direttamente.
- Difficoltà o impossibilità a comunicare senza un mediatore.
- Forti incomprensioni e fraintendimenti.
Frank con i figli non aveva mai avuto un rapporto aperto e diretto, ma sempre mediato dalla madre a cui la prole si rivolgeva in modo esclusivo sia nel bene che nel male.
L’aspetto relazionale famigliare era monopolio della moglie e più che mai, ora che non c’era più, i figli erano sempre più distanti e in difficoltà a parlare con il padre.
Egli decide così di provare a recuperare quelle relazioni e, conscio del fatto che la mediazione della moglie gli poteva aver ovattato alcune problematiche.
La ricostruzione dei rapporti
Il punto fondamentale della storia di Frank è che entrando direttamente nella vita dei figli comprende che ciò che non andava bene erano proprio le sue aspettative maturate e proiettate su di loro negli anni.
Dal momento in cui accetta i suoi figli per come sono ed è felice per loro può davvero dire, dandogli il giusto senso, che “stanno tutti bene”.
Focalizzare le difficoltà di comunicazione che avvengono in famiglia e le loro cause è fondamentale per poter recuperare le relazioni fra congiunti.
Evitare di esigere troppo dall’altro e da noi stessi
La storia di questo film, remake di una pellicola di Tornatore, ci insegna che a volte tendiamo ad esigere troppo da noi stessi e/o da chi ci sta vicino.
Spesso ci basiamo su degli stereotipi o convinzioni del tipo: “È felice se trova un/una partner stabile e mette su famiglia”; “Siccome gli piace la musica e vuole suonare in un’orchestra diventerà un direttore”; “Dato che è mia sorella deve capirmi, non c’è bisogno di spiegarle tutto!” .
Capita che il grande affetto per chi abbiamo accanto a noi ci porti a produrre determinate aspettative, piccole o grandi che siano. E queste possono tradursi in macigni per chi le riceve e sente di non riuscire a soddisfarle o teme di deludere altrimenti.
Anche su noi stessi la situazione non è diversa, rischiamo di ingabbiarci nelle nostre stesse esigenze non trovando più il piacere di ciò che abbiamo scelto di fare.
Sarebbe bene pensare che per vivere sereni non serve essere perfetti o ai massimi livelli o avere determinate cose. Basta anche essere o avere meno, l’importante è vivere bene ciò che abbiamo più che focalizzarci e soffrire per quello che ci manca.
In questo modo, molto probabilmente, avremo più possibilità di vivere in armonia con noi stessi e con i nostri cari.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
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