
Spesso si parla di guardarsi dentro, di mettersi in discussione, di volersi bene, in poche parole si focalizza l’attenzione sul lavorare su di sé a livello psicologico utilizzando l’aiuto di un professionista appositamente preparato.
Esistono, però, alcune situazioni in cui la persona può lavorare su se stessa da sola (self-help individuale) o attraverso il confronto e la condivisione del gruppo di pari (gruppi di self-help o auto-muto-aiuto).
Vediamo di che cosa si tratta e su che cosa queste due modalità differiscono fra di loro.
Il self-help individuale
Non è un lavoro terapeutico in senso professionale, ma è un’attività di tipo psicologico che la persona attua autonomamente, attraverso l’aiuto di libri o CD, in modo mirato e continuativo per un determinato periodo di tempo.
Tale attività riguarda generalmente vari aspetti, fra cui:
- L’approfondimento della conoscenza di sé
- Il miglioramento dell’autostima
- L’utilizzo di tecniche di respirazione
- L’utilizzo di tecniche di rilassamento
- La focalizzazione e la gestione dei propri stati emotivi.
In alcuni casi, tale approccio è utile per agevolare le persone più timorose alla consapevolezza del lavoro psicologico, comprendendo in modo più chiaro alcuni bisogni personali e quindi la necessità di confrontarsi con un percorso professionale. In altri casi, con il self-help individuale la persona viene stimolata a prendersi cura di sé e a migliorare la propria conoscenza, potenziando la propria crescita personale e il livello di autostima.
In che cosa consiste il self-help o auto-aiuto individuale?
Generalmente, si tratta di testi che contengono una serie di esercizi mirati a migliorare la percezione di benessere della persona e che stimolano il soggetto a lavorare su di sé in modo programmato.
La persona si troverà quindi a valutare aspetti differenti di sé e ad approfondirli, potrà lavorare con le emozioni contattandole in modo diverso, per esempio, valutando il lato positivo della rabbia. Potrà focalizzare le proprie risorse, poiché troppo spesso ci si concentra sui propri difetti mettendo in secondo piano i punti di forza.
Altri lavori possibili con il self-help riguardano la comprensione e le possibili modalità di reazione alle situazioni relazionali critiche e il modo attraverso il quale reagire al pensiero pessimista. Questi sono soltanto alcuni aspetti su cui si può lavorare auto-aiutandosi. Ricordando sempre che nessun libro potrà mai sostituire il lavoro di un professionista. Generalmente, con questa parola si fa riferimento a gruppi omogenei, cioè composti da persone che vivono lo stesso disagio e che periodicamente si incontrano in modo volontario per soddisfare i propri bisogni e per ottenere una reciproca assistenza. Questi gruppi possono essere auto condotti o condotti da un facilitatore, cioè da una persona che non è un terapeuta e che si occupa di gestire una corretta organizzazione degli interventi verbali (Promuovere i gruppi di self-help, M. Tognetti Bordogna). Gli scopi di un gruppo di self-help sono quelli di aiutare ogni membro a: Levy (Process and activities in groups, Levy), definisce quattro modalità di gruppi di self-help in base agli obiettivi che si prefiggono: La tecnologia ha portato una ulteriore innovazione, creando anche la possibilità di partecipare ai gruppi di mutuo sostegno attraverso internet. Esistono infatti vari siti che promuovono il self-help di gruppo, generalmente attraverso l’iscrizione gratuita ad una mailing list dove la persona può ricevere ed inviare messaggi e condividere quindi le proprie esperienze. Il più delle volte sono piccoli gruppi aperti, cioè l’iscrizione di nuove persone è sempre possibile, e ogni membro può, se vuole, mantenere l’anonimato. Una o più persone fungono da tutor per controllare che i contenuti siano sempre in linea con la politica del gruppo e per fornire informazioni nel caso vengano richieste. Uno degli obiettivi più diffusi per questo genere di gruppi è il sostegno al lutto. Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA pedrinellicarraralaura@gmail.comIl self-help o auto-mutuo aiuto di gruppo
Quali sono le tipologie di gruppi di self help?
I gruppi di auto-mutuo aiuto online
Bibliografia
L. Pedrinelli Carrara Quattro passi per volersi bene. Tecniche per migliorare il proprio benessere psicologico 2015 Ed. Streetlib
M. Tognetti Bordogna Promuovere i gruppi di self-help Ed. Franco Angeli, 2005
L.H. Levy “Process and activities in groups“, in M. A. Lieberman e L. D. Borman (a cura di), Self-help group for coping with crisis, San Francisco, Jossey-Bass 1979
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it