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Il pensiero assillante e le strategie per evitarlo

Il pensiero assillante e le strategie per evitarlo

Può succedere che ti senti oppresso da alcuni pensieri negativi martellanti: idee intrusive, ripetitive e involontarie che si insinuano nella tua testa e che non riesci ad evitare.

A volte, il pensiero assillante è uno solo, ma ti condiziona pesantemente la quotidianità poiché è ripetitivo e ti introduce il “tarlo” del problema impossibile o di difficile soluzione.

Le caratteristiche del pensiero assillante

Il pensiero assillante può riguardare aspetti diversi della tua vita, di te e delle persone che ti circondano.

I fattori principali che caratterizzano il pensiero assillante sono:

  • La negatività. Qualsiasi problema sarà percepito come catastrofico, opprimente e destabilizzante.
  • La reiterabilità. Il pensiero si ripete spesso durante la giornata e la persona non riesce a evitarlo quanto vorrebbe.
  • La moralizzazione. La presenza mentale del problema si ripercuote a livello morale sul soggetto che si giudica negativamente per aver fatto/detto qualcosa di esecrabile, così almeno lui la valuta, e/o per non riuscire a rimediare (ma qualsiasi cosa farà non basterà mai per il punto che spiego di seguito)
  • La irrimediabilità. Il soggetto non vede una soluzione e se la vede non riesce ad attuarla. Quando la attua capisce che non era la soluzione giusta, o che, addirittura, ha peggiorato la situazione, e questo lo convince che non c’è soluzione.
  • La rinnovabilità. Se il soggetto risolve quel problema è possibile che si crei un altro pensiero assillante perché spesso la causa reale è un malessere personale e non un problema oggettivo.
  • La segretezza. Il problema causa del pensiero assillante è vissuto come talmente difficile da accettare che se ne prova vergogna e si ha paura a parlarne con gli altri, soprattutto con la persona interessata. La paura a condividerlo rappresenta più che mai l’angoscia e la vergogna provata e quindi il timore del giudizio negativo dell’altro e di perdere per sempre quella o quelle persone.
  • L’intrusività e la involontarietà. Il pensiero assillante è vissuto come intrusivo, come un pensiero che si insinua da solo nella mente e che non è assolutamente ricercato, voluto.

Alcune tipologie di pensiero assillante

  1. ”Non sono capace, non riuscirò”
  2. “Lui/lei non mi ama più o smetterà di amarmi o non mi ama più come prima.”
  3. “Forse non amo più lui/lei anche se in realtà è l’unica persona che desidero al mio fianco”
  4. “In passato, o di recente, ho commesso un grave errore, ho tenuto un pessimo comportamento di cui mi vergogno e gli altri/l’altro è come se lo sapessero/sapesse oppure temo che lo scopriranno/scoprirà.”
  5. “In passato, o di recente, ho avuto un comportamento di cui mi vergogno e per cui oggi provo angoscia e di cui non mi libererò moralmente fino a che non lo dirò alle persone più care. Se, però, lo racconto probabilmente non mi ameranno più, non mi accetteranno più.”
  6. “Potrei avere una malattia grave, a volte sento qualche dolore diffuso o in una zona del mio corpo e quindi posso essermi ammalato di qualche patologia molto grave.”
  7. “Ho detto/fatto una cosa sbagliata. L’altro cosa penserà di me”.
  8. Non sono stato/a capace di reagire, non so ora come devo fare”
  9. “Devo fare tutto bene, le cose devono essere perfette”

Perché si crea il pensiero assillante?

Le cause del pensiero assillante possono essere diverse e riguardano alcuni aspetti che possono presentarsi anche insieme.

  1. Una certa dose di insicurezza e bassa autostima che non ci fa accettare l’errore. Sbagliare o non riuscire più a fare quello che facevamo prima (amare, essere amati, agire in un certo modo nella vita personale o lavorativa) avvalora l’idea negativa che abbiamo di noi.

Il ragionamento alla base è che sbaglio, o non riesco più a essere o ad agire come prima, perché sono sbagliato e non perché succede, perché stavo poco bene, perché non sapevo alcune cose per esempio. L’errore o la mancanza non sono visti come un modo per recuperare e migliorare, ma come un fallimento.

  1. Una elevata dose di ansia e/o angoscia che influenza la nostra mente facendoci produrre idee catastrofiche, attenzione massima e continua a ciò che temiamo, percezione svalutativa di se stessi che, inoltre, creano disagio e difficoltà a sviare il pensiero assillante.
  2. Lo stile di vita che stiamo conducendo. Quando la nostra quotidianità è appesantita da obblighi, doveri e impegni e dedichiamo poco o nessun spazio ai momenti di piacere e libertà fondamentali per alleggerirci, gratificarci e ricaricarci emotivamente, lo stress prende il sopravvento e influenza il nostro modo di pensare e di percepirci.
  3. Disagi psicologici come, ad esempio, la dipendenza affettiva, il disturbo ossessivo compulsivo, l’ipocondria,
Molte persone hanno trovato un grande giovamento utilizzando il libro Quattro passi per volersi bene. Tecniche per migliorare il proprio benessere psicologico. Il libro ti condurrà in un cammino psicologico, corporeo e creativo che ti aiuterà a contattare meglio te stesso, a conoscerti di più psicologicamente, a riuscire ad esprimere parti di te e a comprendere come gestire le situazioni critiche.

Come agisce il pensiero assillante?

Vivere la giornata pensando molto spesso al tuo problema, e sentendoti impotente e inadeguato perché non riesci a superarlo, comporta uno stress psicofisico elevato e ha un impatto emotivo che può diventare devastante.

Emozioni come ansia, angoscia, dolore psichico, tristezza, inquietudine, impotenza, frustrazione possono prendere il sopravvento influenzando negativamente la quotidianità e il rapporto con te stesso e con gli altri.

Alcuni sintomi possono riguardare: disturbi del sonno, disagi nell’alimentazione (per es. mancanza di appetito o maggior bisogno di mangiare), facilità al pianto, facile irritabilità, pessimismo, difficoltà a tollerare le persone anche quelle vicine affettivamente, difficoltà a concentrarsi su altro che non sia quel pensiero intrusivo, difficoltà a stare con gli altri, ad ascoltarli a tollerarli soprattutto se sono persone che lamentano problemi.

Come è possibile gestire il pensiero assillante?

In base alla frequenza e alle ripercussioni che comporta il pensiero assillante nella tua quotidianità e nel tuo livello di malessere, puoi scegliere di:

  1. Utilizzare delle tecniche di alleviamento dell’ansia con l’aggiunta di esercizi mentali che ti aiutano a bloccare e rielaborare diversamente il pensiero assillante, valutandolo in modo più concreto e obiettivo, e a gestire diversamente la quotidianità per limitare i fattori stressogeni e migliorare la percezione di te stesso.
  2. Richiedere una consulenza ad uno psicologo psicoterapeuta per valutare insieme la situazione e come gestirla. Ti informo che alla base del pensiero assillante può esserci una dipendenza affettiva (per esempio dal partner o dalla relazione), un disturbo ossessivo o altri disagi che il terapeuta può aiutarti a superare e che invece da solo rischi di far peggiorare o cronicizzare.

Le tecniche di alleviamento dell’ansia e di gestione del pensiero assillante

A. Le tecniche psico-corporee

Sono modalità di intervento che utilizzano il rilassamento corporeo e mentale, la respirazione, la meditazione e la stimolazione alla percezione rilassante del proprio corpo.

Alcuni esempi sono: le tecniche di respirazione, il rilassamento progressivo, la meditazione e le visualizzazioni guidate.

B. Le tecniche mentali

Si tratta di esercizi e strategie di pensiero che ti aiutano a rivalutare diversamente il problema, il tuo modo di affrontarlo e la percezione che hai di te per evitare o limitare il pensiero assillante e quindi l’iper-riflessione.

Alcuni esempi sono gli esercizi di: stimolazione cognitiva, auto osservazione, miglioramento della consapevolezza di sé

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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it

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