
L’ansia è un’emozione, è uno stato affettivo acuto che si innesca quando un evento interno o esterno a noi ci preoccupa.
Per evento interno si intendono tutti quei pensieri e quelle alterazioni fisiologiche a cui non sappiamo dare un nome o una risposta, ma che ci creano allarme, per esempio un dolore fisico all’improvviso.
Per evento esterno si intendono quelle situazioni relazionali o ambientali che non sono chiare, che non sembrano andare come dovrebbero o che potrebbero andare male; come quando un familiare tarda molto a tornare e non avverte.
L’ansia è quindi un’emozione quando ciò che proviamo è di breve durata e può divenire estremamente intensa.
In questo modo è un’emozione che ci è utile perché ci permette di andare dal medico e controllare il nostro stato di salute, in base al primo esempio, oppure telefonare per accertarci se il nostro caro abbia bisogno di aiuto, per riprendere il secondo esempio.
L’ansia di stato
Quando tendiamo a provare spesso vissuti di ansia, ecco che bastano anche situazioni meno rilevanti per procurarcela, facendoci vivere un’emozione spiacevole in modo frequente: in questo caso si parla di ansia di stato.
L’ansia di stato è quella condizione affettiva intensa e spiacevole di forte apprensione che si prova in modo più frequente in un determinato periodo di vita e che ci porta a comportamenti compensatori per limitare l’agitazione e l’apprensione che proviamo.
L’ansia di tratto
Ci sono situazioni in cui, però, il provare ansia diviene un essere ansioso, cioè il nervosismo e la preoccupazione divengono un tratto della personalità. L’ansia non è più una semplice emozione più o meno spiacevole, in reazione a qualcosa che sta accadendo o che temiamo o presumiamo accada, ma è parte del vissuto quotidiano.
Essa si manifesta per qualsiasi situazione che venga percepita come non totalmente controllabile e influenza in modo quasi totalizzante il nostro vivere e pensare, il nostro modo di interagire con gli altri e di reagire alle difficoltà.
In questo caso è possibile che si provi l’ ansia di tratto. Per queste persone è maggiormente possibile il provare l’ansia di stato in quanto già sensibilmente predisposte e tendono a percepirla in modo più intenso rispetto a chi non ha nell’ansia un tratto della personalità.
Ansia di vivere
Si parla invece dell’ansia di vivere quando la persona prova una preoccupazione intensa e costante nel vivere quotidiano poiché collegato alla possibilità di morte.
Ogni piccolo cambiamento, ogni nuova situazione è un motivo per provare ansia perché se è positiva è vissuta come fittizia, se è negativa conferma le angosce di morte. Solo la ricerca di ristabilire le cose ad uno stato conosciuto o sentito come più sicuro può placare tale sensazione, almeno momentaneamente, almeno un po’.
Le novità sono viste come foriere di possibili aspetti negativi e le idee catastrofiche prendono spesso il sopravvento.
In questa situazione la persona limita la propria progettualità, non gode abbastanza del positivo che quotidianamente sperimenta, vive in continua apprensione e limita le sue attività solo a ciò che deve fare o in cui si sente più sicuro.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
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